Figlio naturale del medico Giovan Francesco Beolco, professore presso la facoltà di medicina dell’Università di Padova, ebbe una lunga e proficua collaborazione con l’amico Alvise Cornaro, ricco proprietario terriero e letterato. Autore di numerosi trattati di architettura e di agraria, il Cornaro rappresenta un’importante figura di intellettuale proprio per il carattere “laico” del suo operato. Con l’intento di rappresentare alla corte dei cugini Marco e Franco, cardinali, la realtà del contado, commissionò a Ruzante le due orazioni. Quando conseguì il traguardo di amministratore del vescovato padovano, ridusse l’amico al ruolo di fattore, per poi tornare a rivalutarlo dopo che l’incarico gli era stato revocato.
Il Mistero della nascita di Ruzante
Riguardo alla data di nascita sussistono ancora numerosi dubbi e non è stato ancora possibile rinvenire un documento attestante una data certa di nascita di Angelo Beolco. È vero, tuttavia, che, nel corso degli ultimi trent’anni circa, le ricerche archivistiche (specialmente per merito di due studiosi veneti, Menegazzo e Sambin) hanno permesso di retrodatare progressivamente la nascita di Angelo Beolco, che ora si ritiene possa essere stata intorno al 1496. Il Beolco, infatti, appare come teste in documenti notarili successivi di una ventina d’anni: per farlo doveva, secondo la legge, avere già raggiunto la maggiore età, che all’epoca era di venticinque anni. Se consideriamo che l’atto notarile di delega da parte del padre quale curatore degli affari famiglia risale al 1521, il conto è presto fatto.
È ignoto anche il luogo di nascita, sebbene nella Prima Orazione si legga: de quigi, saìu, che se ciama dotore, perché, se gi è igi do-tore, a’ ghe son mi tre de le tore (di quelli, sapete, che si chiamano dottori, perché, se hanno due-torri, ci sono io che ho tre torri); è al riguardo probabile che richiamasse lo stemma araldico di Pernumia, che reca, appunto, tre torri e che secondo questa interpretazione dovrebbe essere, appunto, il luogo di nascita.
Soggiornò a Codevigo per lungo tempo, durante il quale produsse molte delle sue principali opere
Morì a Padova in casa del Cornaro il 17 marzo 1542. Alvise Cornaro, in un suo scritto, attribuì la morte del Ruzzante ai troppi “disordini” e alle “dissipatezze”, accreditando così l’immagine di un commediografo sregolato, probabilmente non coincidente con il vero. Dal tono della dichiarazione, si intende che il Cornaro ambisse più ad elogiare sé stesso, che non a commiserare l’amico defunto, e che intendesse compiacere anche l’amico Sperone Speroni (il testo è contenuto appunto in una lettera rivolta a lui), che occupava un ruolo di rilievo nella Padova dell’epoca. Il Cornaro, d’altra parte, teorico della vita sobria, arrivò a disporre per sé di essere sepolto “con Ruzzante e messer Giovanni Maria Falconetto”, anche per sottolineare il legame intercorso con i due.
Una lapide funeraria commemorativa è posta nella chiesetta di San Daniele in Padova, mentre nella casa di fronte si individua il sito della residenza padovana dell’autore.
Vuoi saperne di più ? Vedi anche il sito http://www.ruzante.it
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