Oreste Da Molin fin dalla prima giovinezza manifesta una spiccata predisposizione per il disegno. Tale inclinazione lo porterà a seguire i corsi del professor Giovanni Battista Tessari alla Scuola Pratica di Disegno per Artigiani di Piove di Sacco. Dal 1873 al 1877 è iscritto alla Reale accademia di Belle Arti di Venezia dove ottiene brillanti risultati nonostante le difficoltà economiche conseguenti alla perdita di entrambi i genitori.
Tra i suoi insegnanti figurano alcuni nomi di spicco della scena artistica veneziana di quel periodo: Pompeo Marino Molmenti, Antonio Dal Zotto, Lodovico Cadorin e Giacomo Favretto. Verso la metà degli anni settanta, mantenendosi con la vendita di bozzetti di popolane e scugnizzi, si trasferisce a Napoli per un breve periodo. All’Istituto di Belle Arti partenopeo, dove insegna Domenico Morelli, ottiene un documento che gli consente, una volta rientrato a Venezia, di terminare con un anno di anticipo gli studi.
La Gioventù di Oreste da Molin
Ancor prima di diplomarsi si fa notare a una esposizione veneziana con In attesa di un compratore, quadretto di genere che viene acquistato dal noto commerciante ed editore d’arte Ongania; a questo periodo risale anche la tavoletta Partita a tressette, oggi in collezione privata. Nel 1880 espone a Trieste Un’ora di riposo o La famegia Galeto (collezione privata), l’anno seguente invia all’Esposizione Nazionale milanese I pitori xe tuti mati (ubicazione ignota) e L’ultimo ricordo di famiglia e a una esposizione veneziana Partita a tressette. Nel 1882 Da Molin partecipa per la prima volta al prestigioso appuntamento del Salon di Parigi con una variante de L’ultimo ricordo di famiglia.
A questo periodo risalgono anche i primi contatti con case commercianti d’arte straniere come la Goupil & C. e la Oppé & C. di Parigi nonché, più tardi, la H. Kockock di Londra. Nel 1883 espone a Venezia L’ultimo ricordo di famiglia e Sala di un antiquario, a Roma La bona fia, alla Kunstausstellung di Vienna Il segno della fede e Arte e amore. La produzione damoliniana degli anni immediatamente successivi verte soprattutto su ritratti, bozzetti, e opere a carattere episodico-aneddotico come Il saltimbanco, Dal calderaio, Venezia pittoresca e L’amore non invecchia mai.
All’Esposizione Nazionale Artistica che Venezia organizza nel 1887 nei Giardini di Castello egli figura, oltre che con Tristizia, con il dittico Mal nutriti-Ben nutriti (ubicazione ignota), acquistato in seguito dall’imperatore Francesco Giuseppe, opera che suscita l’attenzione di pubblico e critica per la scelta di affrontare un tema sociale così crudo nella descrizione del contrasto tra le classi sociali. Da questo momento in poi l’artista si indirizza verso una pittura verista sempre più rivolta alla denuncia sociale.
Sempre a Venezia, all’Indisposizione Artistica, evento di natura goliardica parallelo al precedente, si fa notare con due parodie, una del celebre dipinto I forzati di Silvio Rotta e una dei suoi stessi Mal nutriti (con cui vince un premio di duecento lire) dove, dove si ritrae con accenti fortemente caricaturali insieme agli amici Luigi Nono e Antonio Dal Zotto. L’anno seguente opere dell’artista figurano al Salon di Parigi e alle esposizioni di Milano e Verona. Partecipa inoltre con Mal nutriti, Venezia pittoresca e Antichità alla Esposizione di Belle Arti di Bologna mentre, nel 1889, in occasione dell’Esposizione Universale di Parigi, quest’ultimo dipinto viene premiato con una menzione onorevole.
Nel 1891 Da Molin è presente con Monte di Pietà alla Prima Esposizione Triennale di Belle Arti di Brera ed invia altre sue opere alla Permanente di Venezia, alla Münchener Jahresausstellung, a una mostra londinese e all’Esposizione Nazionale di Palermo dove propone il dittico Regno della gioia (Piove di Sacco, collezione della Banca di Credito Cooperativo)-Regno del dolore (Padova, Musei Civici-Museo d’Arte). All’Esposizione Italo Americana di Genova del 1892 figurano Barbiere rusticano (collezione privata), Promessi sposi (di cui si conosce una versione quasi identica in collezione privata) e I mal nutriti (collezione privata); quest’ultimo, variante della tela che assieme ai Ben nutriti formava il dittico del 1887, viene premiato con una medaglia d’argento.
L’anno successivo I mal nutriti con Monte di Pietà ottiene all’Esposizione Colombiana di Chicago una medaglia d’oro. Nel 1894 Da Molin espone Monte di Pietà alla Kunstausstellung di Monaco e Tavolozza politica (Piove di Sacco, Banca di Credito Cooperativo) alla Exposiciòn General de Bellas Artes di Barcellona. L’anno successivo invia a Praga nuovamente Monte di Pietà, a Berlino e a Dresda El bocolo de S. Marco (Padova, Musei Civici-Museo d’Arte), a Lipsia Scrivani pubblici, opera poi acquistata dalla Galleria d’Arte Moderna di quella stessa città, a Monaco Antichità e Consolatrix affflictorum (collezione privata), al Salon di Parigi Mal nutriti.
A Venezia, in occasione della Prima Esposizione Internazionale d’Arte, Oreste da Molin, il maestro piovese propone ancora una volta un’opera a sfondo sociale, Diurnisti a due lire. Alla Prima Esposizione Triennale d’Arte di Torino del 1896 partecipa con Scrivani d’affari di Stato e barbieri, una rivisitazione del Settecento veneziano che riscuote molto successo e viene acquistata dal Duca d’Aosta. Il Settecento veneziano è protagonista anche in Cara! Ti xe tanto bela! (collezione privata) dipinto che, insieme a diciotto disegni a penna, viene mandato alla Festa dell’Arte e dei Fiori che si tiene a Firenze tra il 1896 e il 1897. Nello stesso anno l’artista è impegnato sia all’estero (Parigi, Monaco, Bruxelles) che in Italia alla Terza Esposizione Triennale di Milano e alla Seconda Esposizione Internazionale d’Arte di Venezia.
Qui propone un’opera di forte impatto emotivo, Angoscia (Venezia, Galleria d’Arte Moderna, attualmente in deposito presso il Municipio di Piove di Sacco), acquistata da re Umberto I e donata al Comune della città lagunare per l’allora istituenda Galleria d’Arte Moderna. L’anno seguente, all’Esposizione Nazionale di Torino, invia un Ritratto e Scopriti! Passa un ferito del lavoro! (Padova, Musei Civici-Museo d’Arte) ispirato a un episodio del Cuore di De Amicis. Manda inoltre a Barcellona Mal nutriti, a Parigi il dittico Regno della gioia-Regno del dolore, a Monaco Il giovane poeta. Il 1898 coincide anche con il ritorno del pittore nella città natale, dove rimane sino alla morte, proseguendo la sua attività lontano dai mutamenti e dai fermenti che agitavano l’arte di questo periodo. Viene la Dogaressa (Piove di Sacco, Banca di Credito Cooperativo) e Scopriti! Passa un ferito del lavoro! nel 1889 sono presenti rispettivamente alla Internationale Kunstausstellung di Monaco e al Salon di Parigi, mentre il pastello Ecce homo (collezione privata) viene esposto a Torino.
Oreste da Molin negli anni a seguire
Negli anni a seguire opere di Oreste Da Molin continuano ad essere esposte in numerose mostre di prestigio: nel 1900 alla Esposizione Universale di Parigi (Portrait e Tête de jeune fille), nel 1901 alla Ottava Internationale Kunstausstellung (Blondine, Ecce homo, Bildnis, Adagio con passione, collezione privata) nel 1902 alla Seconda Esposizione di Pittura, Scultura ed Arti Applicate all’Industria di Pietroburgo (Soli al mondo, premiato con medaglia d’argento, Mal nutriti, Viene la Dogaressa), nel 1903 al Salon di Parigi (Soli al mondo che ottiene una menzione d’onore) e alla Internationale Kunstausstellung di Monaco (Risveglio), nel 1904 ancora al Salon di Parigi (Giovani autori, collezione privata), alla Internationale Kunstausstellung di Monaco (Soli al mondo) e alla Esposizione Internazionale di Saint Louis (Mal nutriti, premiato con medaglia di bronzo), nel 1905 al Salon di Parigi (Courage!), nel 1906 alla Esposizione Italiana di Londra (Scopriti! Passa un ferito del lavoro!, Viene la Dogaressa) e all’Esposizione Nazionale di Milano (Giovani autori).
L’anno dopo, a seguito del grande consenso riscosso dalle sue opere nella capitale francese, il pittore è nominato membro della Union Internationale des Beaux Arts et des Lettres di Parigi da Jérôme Maësse. Nel 1910 ben diciannove opere di Da Molin figurano all’Esposizione Agricola-Industriale di Pontevigodarzere e nel 1912 il pittore viene premiato con una medaglia d’oro assegnatagli dal Ministero della Pubblica Istruzione in occasione della Terza Esposizione d’Arte di Rimini dove compaiono un Autoritratto e Gli uomini sono… (Piove di Sacco, Banca di Credito Cooperativo).
L’impegno con l’Internationale Kunstausstellung di Monaco e il Salon di Parigi prosegue anche nel secondo decennio del nuovo secolo. Nella capitale francese Oreste invia nel 1914 il pungente Les héros (collezione privata). Il figlio Ettore nel 1919, in qualità di segretario generale della Fiera Campionaria di Padova, gli commissiona i disegni per la cartolina e la locandina che reclamizzano la Prima Fiera.
Oreste da Molin a Piove di Sacco
L’anno seguente la sua città natale gli rende omaggio organizzando presso il Politeama Sociale una straordinaria personale con circa centocinquanta opere che spaziano dagli esordi sino all’ultima produzione.
La vita di Oreste Da Molin si conclude improvvisamente nel dicembre 1921. Esposizioni postume vengono organizzate nel 1933 presso la Galleria Scopinich di Milano, nel 1939 alla Galleria Materazzi di Firenze, tra il 1955 e il 1956 a Padova dove l’Associazione Pro Padova dedica al pittore piovese la prima di un ciclo di esposizioni incentrate sull’Ottocento padovano, nel 1961 a Piove di Sacco.
Opere di Oreste da Molin sono inoltre esposte nel 1993 alla Quinta Mostra degli Artisti della Saccisica di Piove di Sacco, nel 1996 a Padova, in occasione della mostra della raccolta d’arte della Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, tra il 1999 e il 2000, alla Mostra dei Dipinti dell’Ottocento e del Novecento dei Musei Civici di Padova.
Oltre che in numerosissime collezioni private, si conservano opere di Oreste Da Molin presso la sede padovana della Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo e di Cardine Finanziaria, al Museo d’Arte Medioevale e Moderna di Padova, al Municipio di Piove di Sacco e nella collezione della Banca di Credito Cooperativo della stessa città.
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