Sede Evento
Cinema Marconi Piove di Sacco
GPS: 45.2972246937983, 12.03391303622161
Mar 07_06 ore 21:00
Mer 08_06 ore 21:00
Grande Arte
Genere: Documentario
Anno: 2019
Regia: Oeke Hoogendijk
Paese: Olanda
Durata: 97 min
Biglietti: intero: 10,00 € – ridotto 8,00 € per prenotati alla mail info@cinemamarconi.com (la prenotazione deve essere fatta entro le ore 12.00 del giorno di proiezione)
SCHEDA
Mentre collezionisti d’arte come Eijk e Rose-Marie De Mol van Otterloo, l’americano Thomas Kaplan e lo scozzese Duca di Buccleuch mostrano il legame speciale che hanno con i “loro” Rembrandt, il banchiere Eric de Rothschild mette due Rembrandt in vendita, innescando una dura battaglia politica tra il Rijksmuseum e il Louvre. Il film segue anche l’aristocratico mercante d’arte olandese Jan Six sulle tracce di due “nuovi” dipinti di Rembrandt: uno snervante viaggio di scoperta che pare la realizzazione del suo più grande sogno d’infanzia. Ma quando è accusato di avere violato l’accordo con un altro mercante d’arte, il suo mondo collassa.
Seguendo tutte queste storie, IL MIO REMBRANDT mostra cosa rende il lavoro del pittore olandese così speciale e perché le sue opere tocchino le persone tanto profondamente. Dopo il successo del pluripremiato documentario THE NEW, la regista di RIJKSMUSEUM (2014), Oeke Hoogendijk, affronta nuovamente un grande soggetto per raccontarci una storia che parla di e per gli amanti dell’arte.
Spiega Oeke Hoogendijk: “C’è qualcosa di curioso in Rembrandt; è come se il suo lavoro avesse una veridicità, un’emotività e un’empatia così straordinarie che chiunque guardi un suo dipinto vada alla ricerca di se stesso. Questo è ciò che ha reso Rembrandt così speciale anche per i cittadini della Amsterdam del XVII secolo che facevano la fila per farsi ritrarre da lui: Rembrandt ha guardato sotto la superficie e ha mostrato chi fossero veramente le persone che disegnava. Non lusingava i suoi committenti, pur avendo un occhio per la vanità e la raffinatezza dell’ambiente sociale che dipingeva. E ha applicato questo metodo senza pietà anche a se stesso. I suoi autoritratti, specialmente quelli tardi, sono esplorazioni incredibilmente oneste del tributo psicologico che paghiamo nel corso delle nostre vite. Nei suoi ultimi ritratti, Rembrandt pare rassegnato. “Accettami come sono”, sembra voler dire. Il suo modo di dipingere ti fa capire che la vita non è perfetta e che ognuno ha i suoi difetti e questo è ciò che ci rende umani. È così che, dal XVII secolo, Rembrandt alza uno specchio per noi contemporanei, uno specchio che stuzzica e solletica. Come ha giustamente messo Taco Dibbits: Rembrandt è un omaggio all’umanità”.